COME SCEGLIERE UN AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO?

Guida pratica per valutare competenze, trasparenza e affidabilità!

La scelta dell’amministratore di condominio è un passaggio fondamentale per la serenità e l’efficienza della vita condominiale. Non si tratta solo di individuare un professionista che tenga i conti in ordine o convochi le assemblee, ma di affidare a una figura la gestione di questioni delicate: dalle spese alle manutenzioni, fino alla mediazione dei conflitti tra vicini. L’amministratore di condominio è il punto di riferimento per garantire trasparenza, legalità e buona convivenza. Ma come si fa a scegliere quello giusto?

 

🔺Il ruolo dell’amministratore

Prima di capire come selezionare un buon amministratore, è utile chiarire cosa fa davvero. L’amministratore:

  • gestisce la contabilità condominiale e redige il rendiconto;
  • convoca e coordina le assemblee;
  • esegue le delibere dei condomini;
  • gestisce le manutenzioni ordinarie e straordinarie;
  • rappresenta legalmente il condominio;
  • vigila sul rispetto del regolamento condominiale.

Non è dunque solo un tecnico, ma anche un mediatore, un organizzatore e un garante della legalità.

 

🔺Verifica delle competenze e dei requisiti legali

La prima cosa da controllare è che l’amministratore sia in possesso dei requisiti previsti dal Codice Civile: assenza di condanne, diploma di scuola secondaria, frequenza di un corso di formazione iniziale e aggiornamento annuale. Scegliere un professionista formato e in regola è garanzia di affidabilità.
Un consiglio pratico: chiedere all’amministratore di mostrare l’attestato di frequenza ai corsi di aggiornamento. Un professionista che investe nella formazione dimostra serietà e impegno.

 

🔺Trasparenza nella gestione economica

Uno dei compiti più delicati è la gestione del denaro condominiale. È fondamentale che l’amministratore operi con un conto corrente dedicato al condominio e che tutte le operazioni siano tracciabili. La trasparenza contabile è il primo antidoto a discussioni e sospetti.
Prima di affidare l’incarico, chiedi come vengono gestiti i rendiconti: un professionista serio ti mostrerà un esempio chiaro, leggibile e completo di tutte le spese.

 

🔺Comunicazione è disponibilità 

Un buon amministratore deve essere disponibile al dialogo. Vivere in condominio significa affrontare imprevisti: un guasto all’ascensore, una perdita d’acqua, un blackout. In questi casi la rapidità dell’intervento fa la differenza.
Valuta i canali di comunicazione che l’amministratore mette a disposizione: telefono, email, piattaforme digitali.

 

🔺Capacità organizzative e problem solving

La vita condominiale comporta inevitabilmente conflitti: dal rumore al mancato pagamento delle quote. L’amministratore ideale è quello che sa mantenere calma e neutralità, proponendo soluzioni equilibrate.
Per capire se il candidato è adatto, chiedi esempi concreti di come ha gestito situazioni difficili in altri condomini. La sua esperienza parlerà per lui.

 

🔺Esperienza e referenze

L’esperienza è un valore aggiunto. Un amministratore che gestisce diversi condomini ha probabilmente affrontato una grande varietà di casi.
Non esitare a chiedere referenze: parlare con altri condomini già clienti può essere molto utile.

 

🔺Uso delle nuove tecnologie

La digitalizzazione sta cambiando anche il mondo condominiale. Assemblee online, piattaforme per la gestione documentale, pagamenti digitali: tutti strumenti che semplificano la vita ai condomini e aumentano la trasparenza.
Un amministratore aggiornato in questo senso è un vantaggio concreto.

 

🔺Iscrizione ad associazioni di categoria

L’adesione a un’associazione come ANACI ABRUZZO è un ulteriore elemento di affidabilità.
Significa che l’amministratore è inserito in un circuito di formazione continua, ha accesso a consulenze legali e fiscali e si impegna a rispettare un codice etico.

 

🔺Consigli pratici per la scelta

  • Non fermarti al prezzo: scegliere solo in base al compenso può rivelarsi un errore, perché un amministratore poco preparato potrebbe far spendere di più al condominio in futuro.
  • Fai un colloquio: incontra il candidato e valuta le sue capacità comunicative.
  • Chiedi un preventivo dettagliato: deve essere chiaro cosa è incluso nel compenso e cosa no.

 

☝️ Scegliere l’amministratore di condominio non è una formalità, ma una decisione che influisce sul benessere quotidiano di tutti i condomini. Competenza, trasparenza, reperibilità ed esperienza sono le qualità che fanno la differenza. Un amministratore non è solo il “custode dei conti”, ma il regista della vita condominiale!

VITA IN CONDOMINIO: I CINQUE PROBLEMI PIÙ FREQUENTI E COME RISOLVERLI

Vivere in condominio significa condividere spazi, regole e spesso anche imprevisti e difficoltà legate alla convivenza. Non è raro che tra i condomini nascano incomprensioni: chi fa troppo rumore, chi non paga le spese, chi occupa spazi che non gli spettano….
Alcuni conflitti sono inevitabili, ma la buona notizia è che spesso hanno una soluzione semplice, se gestiti con buon senso e l’aiuto dell’amministratore.

 

Vediamo insieme i cinque problemi più frequenti in condominio e come affrontarli al meglio.

  1. Il rumore: musica alta, feste e lavori in casa
    Il rumore è la causa principale di litigi tra vicini. Musica a volume alto, tacchi che rimbombano sul pavimento, feste notturne o lavori di ristrutturazione sono tutti esempi tipici.

    Soluzione
    :
  • Il regolamento condominiale di solito prevede fasce orarie di silenzio (in genere dalle 22 alle 7 e nelle ore pomeridiane).
  • In caso di disturbo occasionale, la via migliore è il dialogo diretto e cordiale: spesso il vicino non si rende conto del fastidio.
  • Se il problema è ricorrente, l’amministratore può richiamare formalmente l’inquilino. Nei casi estremi, la legge consente di agire legalmente, se si dimostra il superamento della normale tollerabilità del rumore.

 

  1. Le spese condominiali non pagate
    Un altro tema caldo riguarda chi non paga le quote. Il mancato pagamento crea tensione e rallenta la gestione delle spese comuni, perché tutti gli altri condomini devono coprire i costi.Soluzione:
  • L’amministratore ha l’obbligo di sollecitare i pagamenti entro sei mesi dall’approvazione del bilancio.
  • Può incaricare un legale e procedere con un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo.
  • Per ridurre il problema, si possono proporre piani di rateizzazione

 

  1. L’uso improprio degli spazi comuni
    Garage, cortile, giardino, terrazzo: sono spazi che appartengono a tutti, ma non sempre vengono rispettati. C’è chi parcheggia dove non deve, chi lascia biciclette nei corridoi, chi usa il giardino come se fosse privato.Soluzione:
  • Il regolamento condominiale stabilisce come utilizzare le parti comuni. L’amministratore può ricordare le regole a chi non le rispetta.
  • In caso di abuso persistente, l’assemblea può deliberare sanzioni pecuniarie.

 

  1. Gli animali domestici
    Cani che abbaiano, gatti che girano liberi o padroni che non raccolgono i bisogni: anche gli animali domestici possono diventare motivo di discussione.Soluzione:
  • La legge oggi tutela il diritto a tenere animali in condominio: il regolamento non può vietarli, ma può stabilire regole per garantire decoro e sicurezza.
  • I padroni sono responsabili del comportamento dei loro animali e devono assicurarsi che non disturbino gli altri condomini.
  • In caso di problemi, si parte sempre dal dialogo. Se il disagio continua, l’amministratore può intervenire con richiami scritti.

 

  1. Le manutenzioni e i lavori straordinari
    Ascensori che si bloccano, facciate da rifare, tetti che perdono: i lavori straordinari sono spesso terreno di scontro, perché comportano spese importanti e decisioni condivise.Soluzione:
  • L’amministratore convoca l’assemblea e presenta preventivi di più imprese.
  • L’assemblea vota in base alle maggioranze previste dalla legge.
  • In caso di interventi urgenti (es. infiltrazioni d’acqua), l’amministratore può agire subito e poi riferire in assemblea.

 

🔺Il ruolo dell’amministratore come mediatore

In tutti i casi, l’amministratore ha un ruolo fondamentale: non solo esecutore delle decisioni assembleari, ma anche mediatore imparziale.
La sua presenza evita che i conflitti degenerino in cause legali e aiuta a mantenere la serenità tra i condomini.

CONDOMINIO E MOROSITÀ: COME DEVE AGIRE OGGI L’AMMINISTRATORE?

La gestione dei condòmini morosi è una delle questioni più spinose per chi amministra uno stabile. Spesso le difficoltà di pagamento di pochi ricadono sull’intera collettività, mettendo a rischio la manutenzione, i servizi e la serenità condominiale.
Ma cosa può – e deve – fare oggi un amministratore?

 

📌 Quando un condòmino è considerato moroso?

Un condòmino è moroso quando non paga entro i termini stabiliti le quote condominiali deliberate dall’assemblea o richieste dall’amministratore. È importante chiarire che non è possibile sospendere il pagamento in attesa di contestazioni o ricorsi: se la delibera è valida, il pagamento è dovuto.

 

🔺L’obbligo legale di agire: cosa dice la legge?

L’articolo 1129 del Codice Civile prevede che l’amministratore deve agire legalmente per il recupero del credito entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio. In caso contrario, può essere revocato per giusta causa.

 

🔺Le fasi per il recupero del credito

1) Sollecito bonario
Una comunicazione scritta, via email o raccomandata, che invita il condòmino a saldare l’importo entro un termine preciso.

2) Diffida formale
Se il sollecito non ha effetto, si procede con una diffida inviata tramite PEC o raccomandata A/R.

3)Decreto ingiuntivo
L’amministratore può rivolgersi a un avvocato per ottenere un decreto ingiuntivo. Se il bilancio è stato approvato, il decreto è immediatamente esecutivo, anche in assenza di opposizione.

4) Pignoramento
In caso di mancato pagamento dopo l’ingiunzione, si può procedere al pignoramento dei beni del condòmino (stipendio, conto corrente, ecc.).

 

🔺Gli altri condòmini devono anticipare?

Sì, ma solo se necessario. Se il fondo cassa non è sufficiente a coprire le spese urgenti, l’amministratore può chiedere quote provvisorie agli altri condòmini, che verranno poi recuperate dal moroso. La Corte di Cassazione ha ribadito che è lecito e legittimo.

 

🔺Come prevenire la morosità?

  • Stabilire rateizzazioni chiare per le spese straordinarie
  • Rendere trasparenti i bilanci e le scadenze
  • Prevedere penalità in regolamento condominiale
  • Verificare periodicamente lo stato dei versamenti

 

Riassumendo, la morosità condominiale non è solo un problema contabile: è una questione di equilibrio collettivo. L’amministratore ha l’obbligo legale e morale di agire, con strumenti chiari ed efficaci. Prevenire è possibile, ma serve comunicazione costante e, se necessario, anche fermezza.

IL COMPENSO DELL’ AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO: COME VIENE STABILITO E COSA COMPRENDE?

Una delle domande più frequenti nei condomini riguarda il compenso dell’amministratore condominiale. Come viene stabilito? Da cosa dipende la cifra che si paga ogni anno? E, soprattutto, cosa comprende?

 

Vediamolo insieme.

 

🔺Il compenso va approvato dall’assemblea

Cominciamo col dire che l’amministratore di condominio non ha uno stipendio fisso stabilito dalla legge. Ogni volta che viene nominato o riconfermato, il suo compenso deve essere approvato dall’assemblea condominiale. La cifra proposta dall’amministratore va indicata chiaramente nella convocazione dell’assemblea e votata. In mancanza di un’approvazione, la nomina dell’amministratore è nulla.

 

🔺Da cosa dipende il compenso?

Il compenso dell’amministratore può variare in base a diversi fattori:

✔️Numero di unità immobiliari (più è grande il condominio, maggiore sarà il lavoro di gestione);
✔️Tipologia di servizi offerti (gestione contabile, supporto legale, interventi straordinari, ecc.);
✔️Situazione del condominio (un condominio con molte controversie o lavori straordinari richiederà più tempo e responsabilità);
✔️Esperienza e competenze dell’amministratore.

In genere, il compenso viene proposto come cifra annuale e suddiviso tra i condomini in base ai millesimi.

 

🔺Compenso fisso o variabile?

Di solito il compenso si distingue tra:

✔️ fisso: riguarda la gestione ordinaria (assemblee, contabilità, rapporti con i fornitori, ecc.);
✔️ straordinario: legato a lavori o interventi straordinari che richiedono un impegno aggiuntivo (esempio: ristrutturazioni, contenziosi legali, ecc.). Anche questi vanno approvati dall’assemblea.

 

🔺Cosa comprende il compenso ordinario?

Un buon amministratore chiarirà in anticipo cosa è incluso nel suo onorario fisso. In linea generale, comprende:

✅ Convocazione e gestione dell’assemblea ordinaria;
✅ Cura della contabilità e dei bilanci;
✅ Gestione dei fornitori e delle manutenzioni ordinarie;
✅ Adempimenti fiscali e legali;
✅ Comunicazioni ai condomini.

Attenzione! Tutto ciò che esula dalla gestione ordinaria (assemblee straordinarie, pratiche legali, perizie, ecc.) può essere oggetto di un compenso extra.

 

🔺Il compenso dell’amministratore non è una spesa, ma un investimento!

Affidarsi a un amministratore professionale e competente non è solo una spesa da suddividere: è un investimento per la gestione efficiente, trasparente e serena del condominio. Un amministratore “sotto-pagato” rischia di riflettersi in un servizio approssimativo e in problemi ben più costosi nel lungo termine.

 

Ogni condominio ha le sue esigenze, ed è giusto che il compenso dell’amministratore sia proporzionato al lavoro richiesto. L’importante è che tutto sia chiaro e trasparente sin dall’inizio, per garantire serenità e rispetto reciproco.

PARCHEGGI SELVAGGI IN CONDOMINIO: COSA FARE?

Tensioni in condominio? Quello dei parcheggi selvaggi è uno delle principali cause! Auto lasciate fuori posto, auto fermate negli spazi comuni, davanti ai garage o addirittura nei posti assegnati ad altri condomini creano inevitabilmente disagi, discussioni e, nei casi peggiori, vere e proprie liti condominiali.

Ma come si può affrontare questo problema in modo concreto e legale?

 

🔺Quali sono gli spazi dove è lecito parcheggiare?

Cominciamo facendo una distinzione tra:

  •   Posti auto di proprietà privata, indicati nei singoli atti di compravendita o nei millesimi;
  • ⁠  ⁠Posti assegnati in uso esclusivo, tramite regolamento;
  • ⁠  ⁠Aree comuni, utilizzabili da tutti i condomini;
  • ⁠  ⁠Zone vietate al parcheggio, come passaggi pedonali, corsie di manovra, aree verdi o spazi antincendio.

Attenzione! Chi parcheggia fuori dal proprio spazio, o, peggio, impedisce l’accesso ad altri, sta violando sia il regolamento condominiale, sia i principi generali del Codice Civile (art. 1102 c.c., uso corretto delle parti comuni).

 

🔺Cosa può fare l’amministratore?

L’amministratore ha il dovere di intervenire, ma sempre nel rispetto delle sue competenze.

In caso di parcheggi abusivi può:

  • ⁠  ⁠Inviare richiami scritti o diffide ai responsabili;
  • ⁠  ⁠Proporre all’assemblea sanzioni regolamentari (ai sensi dell’art. 70 delle disposizioni di attuazione del Codice Civile) 
  • ⁠  ⁠Richiedere la segnaletica verticale e orizzontale per chiarire i limiti degli spazi;
  • ⁠  ⁠Segnalare i casi più gravi alle forze dell’ordine, ad esempio se si  blocca un’uscita d’emergenza o un passo carrabile.

 

🔺L’amministratore può far rimuovere l’auto?

NO! L’amministratore non può chiamare il carro attrezzi di sua iniziativa. La rimozione forzata può avvenire solo su intervento della polizia municipale, nei casi previsti dal Codice della Strada. Se un’auto ostruisce un passo carrabile, l’ingresso del garage o mette a rischio la sicurezza,si deve  contattare direttamente i vigili urbani per richiedere l’intervento.

 

🔺In conclusione

Il parcheggio è un diritto, ma deve essere esercitato con rispetto delle regole e degli spazi altrui. Quando questo non accade, è compito dell’amministratore intervenire con fermezza, ma anche con buon senso, per riportare l’ordine e tutelare il quieto vivere.

CONDOMINIO: GLI ANIMALI POSSONO ENTRARE IN ASCENSORE?

Inutile dire che questo è uno dei temi che più spesso crea dubbi e discussioni nei condomini! Alcuni condomini trovano del tutto normale far entrare i propri animali domestici in ascensore, altri si lamentano per gli odori, i peli o semplicemente perché hanno paura.

  • ⁠  ⁠Ma cosa dice la legge?
  • ⁠  ⁠E cosa può fare l’amministratore quando scoppiano questi piccoli conflitti quotidiani?

 

🔺È vietato avere animali  in condominio?

No, la presenza degli animali domestici in condominio non può essere vietata. Lo stabilisce in modo chiaro la legge n. 220 del 2012, che ha modificato l’articolo 1138 del Codice Civile: nei regolamenti condominiali non possono essere inserite norme che impediscano ai condomini di tenere animali domestici nella propria abitazione.

 

🔺E per l’ascensore?Possono usarlo?

Sì, in linea generale gli animali possono accedere all’ascensore insieme al loro proprietario. L’ascensore è una parte comune dell’edificio e, come tale, è utilizzabile da tutti, a condizione che non si danneggi il bene comune né si limiti la libertà degli altri condomini.

 

Attenzione! Facciamo l’esempio dei cani. Anche se non è vietato farli  entrare in ascensore, ci sono delle regole di comportamento da seguire:

1) Il cane deve essere condotto al guinzaglio e, se previsto dalle ordinanze comunali o se necessario per la sicurezza, anche con la museruola.
2) È importante che l’animale sia pulito e tranquillo, per non infastidire gli altri utenti dell’ascensore.
3) Se l’animale sporca o lascia peli, il proprietario deve provvedere immediatamente alla pulizia.

 

🔺Il regolamento condominiale lo può vietare?

Qui bisogna fare una distinzione. Se il regolamento è stato approvato dall’assemblea a “maggioranza” e prevede un divieto generico di animali in ascensore, quel divieto non è valido! Al contrario, se si tratta di un regolamento contrattuale, cioè approvato all’unanimità da “tutti i proprietari” e registrato, la questione è più delicata.

 

Nota importante!

Mentre in passato alcuni tribunali hanno ritenuto legittimi questi divieti, oggi la giurisprudenza tende a tutelare il diritto del condomino a muoversi liberamente con il proprio animale, anche nelle parti comuni, come scale, cortili e appunto ascensori, purché questo avvenga nel rispetto degli altri.

 

🔺Cosa può fare l’amministratore?

L’amministratore di condominio non può impedire di per sé l’accesso del cane all’ascensore, ma può intervenire in caso di comportamenti scorretti. Se ci sono lamentele per sporcizia, odori o animali non controllati, è suo dovere richiamare il proprietario e invitare al rispetto delle regole di igiene e decoro. In presenza di conflitti ripetuti, può anche proporre all’assemblea l’adozione di semplici regole, come l’uso obbligatorio del guinzaglio e della museruola, la pulizia in caso di sporco, o l’obbligo di non occupare l’ascensore quando ci sono altre persone impaurite o infastidite dalla presenza del cane.

 

🔺 E se qualcuno ha paura del cane?

La convivenza in condominio richiede sempre buon senso (ed educazione!!).  Ossia… se un condomino ha paura dei cani o non si sente a suo agio a condividere l’ascensore con un animale, è importante trovare soluzioni pratiche. A volte basta un accordo tra vicini: ad esempio, entrare uno per volta, oppure aspettare il turno successivo. Il cane non può essere escluso dal diritto di usare l’ascensore, ma occorre gestire queste situazioni con rispetto e cortesia reciproca.

 

🔺Conclusione

In sintesi: sì, gli animali domestici possono entrare in ascensore, a condizione che vengano rispettate alcune regole basilari di educazione e convivenza. Il buon senso resta sempre la chiave per evitare liti e garantire una vita condominiale serena. Chi ha un animale ha il diritto di utilizzarlo per gli spostamenti all’interno del condominio, ma anche il dovere di assicurarsi che questo non diventi un problema per gli altri.

 

Così tutti, bipedi “senzienti” e quadrupedi, possono vivere in armonia sotto lo stesso tetto.

CONDOMINIO: SI POSSONO TENERE I RIFIUTI SUL BALCONE?

Tra i temi più discussi all’interno dei condomini c’è sicuramente quello della gestione dei rifiuti, in particolare quando questi vengono lasciati sui balconi. Una pratica, questa, che, purtroppo, può generare disagi, cattivi odori e malumori tra vicini. Ma, quindi, vi chiederete: è vietata? Vediamo cosa dicono le norme e come può intervenire l’amministratore.

🔺I balconi sono privati, ma è tutto concesso?

In linea generale, i balconi fanno parte della proprietà esclusiva dell’appartamento. Questo significa che ciascun condomino può utilizzarli liberamente, nel rispetto delle regole comuni e della convivenza civile. Tuttavia, ci sono dei limiti: ad esempio, non è ammesso un uso che arrechi danno agli altri condomini o che comprometta il decoro dell’edificio. Ed è qui entra in scena il dibattito sul tema dei rifiuti….

 

🔺 È vietato tenere la spazzatura sul balcone?

Non esiste una norma che vieti in modo esplicito di tenere un sacchetto dei rifiuti sul proprio balcone. Nonostante ciò, accumulare sistematicamente rifiuti in bella vista può essere considerato una violazione delle norme sul decoro architettonico e, in alcuni casi, una fonte di disturbo o pericolo per la salute pubblica. Le situazioni più problematiche si verificano quando:
• i rifiuti emanano cattivi odori;
• attirano insetti o animali;
• rilasciano liquidi che colano sui balconi sottostanti;
• compromettono l’estetica del fabbricato.
In questi casi, il comportamento del condomino che lascia i rifiuti sul proprio balcone può violare l’art. 844 del Codice Civile, che disciplina le immissioni (odori, rumori, fumi, ecc.) tra proprietà vicine.

🔺 E se qualcuno lancia oggetti o spazzatura dal balcone?

Attenzione! Qui, la questione si fa molto più seria: gettare oggetti o rifiuti dal balcone è un reato, punito dall’art. 674 del Codice Penale. La norma riguarda il cosiddetto “getto pericoloso di cose” e si applica ogni volta che qualcosa viene lanciato, anche senza causare danni concreti, ma con potenziale pericolo o disturbo per altri. Non si parla solo di bottiglie o oggetti pesanti: anche acqua sporca, sigarette, ceneri o terriccio delle piante possono essere motivo di sanzione.

🔺 Cosa può fare l’amministratore?

L’amministratore ha il compito di garantire il rispetto del regolamento condominiale e di tutelare l’igiene e la sicurezza dello stabile. In caso di comportamenti scorretti come quello dei rifiuti sui balconi, può:
• inviare una comunicazione scritta al condomino interessato;
• convocare l’assemblea per discutere la questione;
• in casi più gravi, segnalare il problema alle autorità competenti (ASL, Polizia Locale).

🔺 Si può vietare questo comportamento nel regolamento condominiale?

Alcuni regolamenti condominiali contengono disposizioni esplicite sul deposito dei rifiuti o sull’uso dei balconi. In tal caso, queste devono essere rispettate da tutti i condomini. Attenzione!! È importante ricordare che il regolamento approvato all’unanimità ha valore contrattuale e, quindi, è vincolante anche per i futuri acquirenti degli appartamenti.

🔺In breve: cosa è permesso e cosa no?

  1. Sacchetto della spazzatura lasciato per poche ore sul balcone?
    Sì (con cautela) e meglio se non visibile e in contenitori chiusi!
  2. Accumulo costante di rifiuti sul balcone?
    No!! Rischio di violazioni per decoro e igiene!
  3. Liquidi che colano dai vasi o dai rifiuti?
    No!! Possibile violazione dell’art. 844 c.c.!
  4. Getto di oggetti o spazzatura dal balcone?
    Assolutamente no!! Comportamento penalmente rilevante (art. 674 c.p.)

 

🔺 In Conclusione

  • ⁠Il deposito occasionale e discreto dei rifiuti sul proprio balcone, in attesa della raccolta, è tollerabile, ma solo se non crea disagio agli altri.
  • ⁠Il balcone non deve diventare un punto fisso di raccolta, esponendo l’intero stabile a problemi igienici, estetici e di convivenza.
  • ⁠Il buon senso, prima delle norme, dovrebbe sempre guidare il comportamento di ciascun condomino!!
  • ⁠E quando il buon senso e l’educazione di base mancano, è compito dell’amministratore – e, se necessario, delle autorità – intervenire per garantire un ambiente civile e rispettoso per tutti!

TENDE DA SOLE IN CONDOMINIO : LIMITI E REGOLE

L’installazione di una tenda da sole esterna in condominio può risolvere diversi problemi: proteggere le stanze dalla luce diretta del sole, riparare un balcone dalla pioggia, regalare la privacy di balconi, terrazzì e spazi esterni.
Attenzione, però, perché occorre valutare attentamente sia il regolamento di condominio, che ciò che è stabilito dal comune di residenza.

🔺 Il Decreto Salva Casa
Il DL 69/2024 Salva Casa (entrato in vigore il 30 maggio 2024) ha inserito nel novero dei lavori di edilizia libera “le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici la cui struttura principale sia costituita da tende, tende da sole, tende da esterno, tende a pergola con telo retrattile anche impermeabile, tende a pergola con elementi di protezione solare mobili o regolabili, e che sia addossata o annessa agli immobili o alle unità immobiliari, anche con strutture fisse necessarie al sostegno e all’estensione dell’opera”.

Gli aspetti fondamentali a cui bisogna prestare attenzione, qualora si pensasse alla realizzazione di tali opere, sono svariati. Ne elenchiamo alcuni:

1) Queste opere non possono determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso, causando di variazioni di volumi e di superfici;

2) le caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico delle suddette opere non devono essere ingombranti, piuttosto devono ridurre al minimo l’impatto visivo e armonizzarsi alle preesistenti linee architettoniche (art. 6 b-ter DPR 380/2001).

3) occorre sempre verificare le prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e le normative di settore fra cui quella in tema di vincoli paesaggistici. Questo significa che in alcune strade o zone di particolare interesse architettonico e/o ambientale possa essere addirittura vietata la collocazione delle tende sulle facciate, oppure che per farlo occorra l’utorizzazione del Comune ( in taluni casi persino quella della Soprintendenza).

🔺 Tende e regolamento di condominio
Può anche accadere che una clausola del regolamento, predisposto dal costruttore, vieti l’installazione di tende da sole. Essendo questa di natura contrattuale – se manca l’accordo di TUTTE le parti interessate – qualunque delibera assembleare con la quale si decide di eliminare a maggioranza il divieto di installare tende da sole nel condominio.. sarebbe NULLA.
Se invece nel regolamento di condominio sono contenute le caratteristiche delle tende e del colore del tessuto, il singolo condòmino potrà installare esclusivamente il modello predefinito; in caso contrario potrebbe essere un giudice a costringerlo a uniformarsi alle indicazioni regolamentari.

Attenzione!
L’assemblea può sempre intervenire a riguardo – anche nei casi in cui manchi un regolamento condominiale o di natura contrattuale – per deliberare la rimozione di eventuali tende in tutti i casi in cui risulti che la loro installazione comprometta la sicurezza, la stabilità o il decoro architettonico del fabbricato o di alcune sue parti.

🔺Tende e distanze legali
Prendiamo il caso di una tenda costruita da un condomino del piano sottostante rispetto alla finestra di chi abita al piano superiore: che dire riguardo il diritto di veduta di quest’ultimo?
Dando per scontato che sia stata rispettata la distanza legale per costruire l’opera, questa non dovrà avere caratteristiche permanenti bensì “transitorie”, dunque essere scorrevole con comando a manovella. Inoltre non dovrà pregiudicare permanentemente la possibilità di affacciarsi e vedere verso il basso, né diminuire l’aria e la luce al condomino del piano sovrastante.

🔺Balconi e tende da sole
Quando la soletta del balcone non sporge rispetto ai muri perimetrali dell’edificio (balconi incassati), si considera comune ai proprietari dei piani sovrapposti; dunque che deve installare una tenda da sole nel sottobalcone non dovrà chiedere alcuna autorizzazione al proprietario del piano superiore.
Invece, i balconi che sporgono completamente dalla facciata condominiale (Balconi aggettanti) costituiscono un prolungamento della corrispondente unità immobiliare e appartengono al proprietario di questa.
In questo caso il condomino dell’appartamento sottostante può agganciare la tenda da sole chiedendo il permesso al condomino soprastante.
Nel caso in cui il sottobalcone del balcone (aggettante o incassato) è decorativo (ha fregi, stucchi, decorazioni) allora è considerato una parte comune (parte della facciata): di conseguenza l’installazione della tenda deve essere autorizzata dall’assemblea.

… E CON L’ESTATE ARRIVANO ANCHE PIÙ LITI CONDOMINIALI!

L’estate sta per arrivare e questa è certamente una buona notizia, in particolare modo per coloro che hanno già programmato le vacanze fuori.
E per chi resta in città, invece?
Diciamolo, probabilmente chi rimane a casa è più frustrato e irascibile perché non ha la possibilità di evitare il caldo, magari andando al mare o in montagna.
E i mali, purtroppo, non si riducono a questa considerazione perché bisogna sapere che questo stato d’animo farà sì che i mesi di luglio e agosto si trasformino nei più difficili dell’anno!
Mesi nei quali la soglia di sopportazione rasenterà lo zero e sarà una delle maggiori cause scatenanti di liti e discussioni in quantità superiori alla norma. Molto superiore.
E dunque nemmeno le strade che si svuoteranno, grazie alle partenze, consentiranno a chi resta in città di trovare un po’ di pace e di preservare la serenità.
Anzi, capita ancora di più che, complice il gran caldo, che, all’interno dei condomini, qualche vicino possa risultare ancor più fastidioso e pignolo del solito e quindi complicare la giornata già pesante di chi sta in casa.

🔺Ma quali sono le cause che scatenano le maggiori liti condominiali, sotto il caldo sole di agosto?

Premettiamo che la maggioranza delle liti nascono e aumentano a causa di forti intolleranze nei confronti dei comportamenti di qualche vicino, spesso profondamente differenti dal nostro stile di vita, e che quasi sempre è assente la voglia di cooperare per cercare di trovare soluzioni condivise che permettano a tutti di vivere più serenamente.
Detto ciò, di seguito i motivi più comuni di lite condominiale:

🔺Immissioni di odori.

In questi rientrano le emanazioni molto forti di odori di cibo, le cui tracce permangono negli ambienti comuni molto a lungo, oppure, ad esempio, l’immondizia lasciata sul pianerottolo in comune.

🔺Condizionatori.

Spesso è fonte di discussione proprio la collocazione dell’installazione dei condizionatori d’aria negli edifici condominiali che può deturpare l’estetica dell’immobile. Senza contare poi le immissioni rumorose che ne derivano oppure il liquido che questi rilasciano e che può cadere ai piani inferiori, sui balconi altrui.

🔺Oggetti personali collocati in aree comuni.

Molto spesso avviene che, sui pianerottoli (ovvero, spazi comuni), vengano lasciati oggetti propri come passeggini, tavoli, sedie, piante, ecc…

🔺Utilizzo improprio delle aree comuni.

Ci riferiamo agli utilizzi di tali aree al di fuori dei propri diritti, come per esempio parcheggiare l’automobile in posti differenti dagli spazi di parcheggio comune, impedendo magari le manovre altrui e suscitando dunque le ire dei vicini.

🔺Annaffiatura di piante.

In estate si Innaffiano più spesso le piante e ancor più frequentemente si investono e bagnano i piani sottostanti creando fastidì e tensioni. Attenzione!

🔺Animali domestici.

Stiamo parlando del continuo abbaiare di cani, lasciati magari liberi nelle parti comuni, o anche dei loro “bisogni” lasciati in giro dai padroni degli stessi.

🔺Tovaglie o tappeti sbattuti/bucato steso.

Diciamo che è vietato sbattere tovaglie e/o tappeti che possono sporcare i balconi altrui, come pure stendere il bucato dalla parte delle facciate comuni. Manco a dirlo, i mozziconi non si devono gettare dalle finestre o dai balconi.

🔺Rumori.

Esistono delle soglie di normale tollerabilità che non vanno mai superate. In estate, poi, tenete conto che si tengono le finestre aperte per il gran caldo e quindi i rumori possono molestare il condominio (musica, la tv o la radio a volume alto, feste, porte sbattute, giochi dei bambini in cortile durante le ore di riposo).

🔺Attenzione!
In attesa dell’arrivo dell’estate, raccomandiamo tanta tolleranza ma anche di provare ad essere più empatici e meno egoisti. Soprattutto speriamo che il rispetto per gli altri ci spinga sempre ad assumere atteggiamenti cortesi ed educati. Le basi, insomma! A prescindere!

SPESE CONDOMINIALI: QUALI SONO E COME SI RIPARTISCONO?

Le spese condominiali sono un impegno riguardante le parti comuni di un edificio che grava su tutti i comproprietari.
In un condominio, infatti, non esistono solo i beni di proprietà esclusiva, come gli appartamenti, ma anche gli spazi di proprietà comune alle cui spese di gestione e manutenzione devono partecipare tutti i proprietari.

🔺Quali sono i beni comuni?

Rientrano nelle parti comuni:
– le zone dell’edificio destinate all’uso comune, come il suolo su cui sorge lo stesso, il tetto, la facciata, il portone, l’androne, le scale, i cortili ecc.;
– le aree destinate a parcheggio e le zone dedicate ai servizi comuni (lavanderie, stenditoi, sottotetti ecc.);
– impianti, macchinari e installazioni destinati all’uso comune (ascensori, impianti idrici e fognari, impianti di distribuzione del gas, del riscaldamento e dell’energia elettrica ecc.).
Tutti questi beni sono soggetti a continui costi di gestione e di manutenzione ordinaria e straordinaria

🔺Cosa comprendono le spese condominiali?

Le spese condominiali possono essere di natura:
– ordinaria e dunque calcolate nella quota mensile che ciascun condomino versa secondo le modalità previste nel regolamento interno.
– straordinaria poiché prive di carattere di continuità e periodicità. Queste sono legate a interventi eseguiti in caso di necessità.

Le spese, dunque, nello specifico, sono così suddivise:
• Spese di gestione ordinaria:
includono i costi necessari per il normale funzionamento dell’edificio condominiale. Vi rientrano le spese per l’energia elettrica delle parti comuni, l’acqua, l’illuminazione, la pulizia, l’ascensore, la manutenzione del verde, le spese di sicurezza e altri servizi di uso comune.

• Spese di manutenzione straordinaria
riguardano interventi di manutenzione o miglioramenti che non sono di carattere ordinario, ma che sono necessari per il corretto funzionamento e la conservazione dell’edificio nel tempo. Per esempio le riparazioni strutturali, la sostituzione di parti comuni, l’installazione di nuovi impianti, la ristrutturazione di facciate o tetto e altri interventi.

• Spese di amministrazione
includono i costi legati all’amministrazione e alla gestione del condominio, i costi di redazione e invio delle comunicazioni, le spese per la tenuta dei registri e la gestione della contabilità condominiale.

• Spese di assicurazione: ogni condominio dovrebbe avere una polizza assicurativa per coprire eventuali danni o responsabilità che potrebbero verificarsi all’interno dell’edificio, dunque tali spese vengono ripartite tra i diversi proprietari.

Attenzione! Tutte le spese condominiali devono essere votate in assemblea a maggioranza dei condomini, ma in alcuni casi sono obbligatorie e la legge prevede che si può procedere comunque, a prescindere dall’approvazione dell’assemblea, ed effettuare i lavori che comportano tali spese, per esempio se questi riguardano la stabilità dei muri maestri e le cinte murarie, la sostituzione di travi o il rinnovamento di tetti e solai.
Nessun condomino può sottrarsi al pagamento delle spese condominiali, a prescindere dal suo effettivo utilizzo dei beni comuni. A tal proposito l’art. 1118 comma 2 del codice Civile prevede che il condomino non può rinunciare al suo diritto sulle parti comuni e deve quindi sempre (e comunque) provvedere alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria.

🔺 Come vanno ripartite le spese condominiali?

Il codice civile negli articoli dal 1123 al 1126 disciplina la modalità di ripartizione delle spese tra i condomini.
Nella maggior parte dei casi, la ripartizione delle spese avviene in proporzione ai millesimi di proprietà di ciascuna unità immobiliare, ossia la quota di proprietà che ogni condomino possiede sull’intero condominio.
La quota di proprietà è determinata in base a vari fattori:
– la dimensione dell’unità,
– la sua posizione all’interno dell’edificio
– altri criteri specificati nel regolamento condominiale.
E ciascun condomino contribuisce alle spese condominiali in base ai suoi millesimi di proprietà.
Per esempio, se un condomino possiede il 15% dei millesimi di proprietà totali, dovrà coprire il 15% delle spese condominiali.
La somma dei millesimi di tutte le unità immobiliari darà come risultato 1000, che è il valore convenzionalmente attribuito all’intero condominio (da qui, appunto, la definizione di millesimi).

Attenzione! Esiste tuttavia un secondo criterio, che affianca quello proporzionale, relativo al grado di fruizione dei beni comuni di ciascun condomino. Alcuni beni e servizi, infatti, non sono utilizzati da tutti i condomini nella stessa misura. Per esempio, l’utilizzo dell’ascensore non è usato allo stesso modo da chi abita al piano terra di un palazzo, pertanto questa tipologia di spese viene ripartita per metà in relazione ai millesimi e per metà in base all’altezza del piano dove è collocata l’unità immobiliare. Lo stesso dicasi per la manutenzione delle scale.

È importante che la ripartizione delle spese condominiali sia corretta per garantire la gestione e il mantenimento dell’edificio condominiale, ma anche per evitare conflitti tra i condomini e garantire un ambiente di convivenza sereno all’interno del condominio.
Tutti i valori millesimali delle unità immobiliari di un condominio sono riportati nelle tabelle millesimali, che vengono redatte da tecnici qualificati (solitamente geometri, ingegneri o architetti) e che devono essere approvate dall’assemblea condominiale con la maggioranza dei partecipanti all’assemblea che rappresenti almeno 500 millesimi.

🔺Come si pagano le spese condominiali?

Il pagamento delle spese varia da condominio a condominio e avviene in base alle modalità stabilite dal regolamento condominiale. Solitamente il versamento della quota mensile viene effettuato tramite bonifico bancario, oppure con un Rid bancario, ossia l’addebito diretto su conto corrente, o anche con un bollettino postale. Meno frequenti, ma comunque validi per legge, sono anche i contanti e gli assegni, anche se il pagamento in contanti non fornisce una tracciabilità adeguata e potrebbe generare problemi di gestione contabile.
In ogni caso, una volta effettuati i versamenti, è buona abitudine conservare le ricevute o documentazione di avvenuto pagamento, affinché, in caso di problematiche o controversie, si possa sempre dimostrare di essere in regola.
È importante inoltre rispettare le scadenze di pagamento stabilite per evitare eventuali sanzioni o interessi di mora. Tuttavia, in caso di difficoltà nel pagamento delle spese condominiali, è consigliabile comunicarlo all’amministratore condominiale per trovare soluzioni alternative o negoziare piani di rateizzazione.

🔺E se un condòmino non paga le spese condominiali?

Il pagamento delle spese condominiali è obbligatorio e in caso di mancato pagamento si rischiano diverse conseguenze. Naturalmente, prima di procedere per vie legali, l’amministratore solleciterà i pagamenti tramite raccomandata o altri mezzi di comunicazione.
Se neppure con i solleciti la situazione viene regolarizzata, è possibile che si passi a ulteriori decisioni che possono aggravare la posizione del condomino, per esempio applicando interessi di mora o sanzioni previste dal regolamento condominiale.
Qualora si persistesse nel mancato pagamento, il condominio può avviare azioni legali per recuperare le somme dovute e, nei casi più estremi, il condominio può persino richiedere il pignoramento dei beni del moroso.